Mestre è una città che vive un non banale complesso di inferiorità ed è comprensibile che sia così visto che è proprio a due passi da Venezia, una meta nota in tutto il mondo per i suoi scorci unici, irripetibili, indescrivibili. Mestre è spesso inteso come il punto di appoggio per chi vuole andare a Venezia ma non ha voglia o soldi o posto per dormirci, uno posto comodo e facile da raggiungere. Anche gli abitanti della zona se hanno voglia di essere meglio serviti dai mezzi e meno aggrediti dai turisti, vanno a vivere a Mestre nonostante il fascino che emana l’idea di vivere nel centro della città delle gondole. Ma vi siete mai chiesti cosa vedere a Mestre? E’ davvero solo una tappa operativa insignificante? Nel dubbio andiamo a scoprirlo.
Prendiamoci un minuto, una mezza giornata, per fare un giro per Mestre e scoprire che è solo la vicinanza di Venezia che la oscura ma che non è solo un’area di appoggio. Raggiungiamo il centro che è piacevole e curato, con tantissimi locali che offrono a prezzi minori che a Venezia, molte delle specialità che non dobbiamo perdere se siamo in zona. Poi nel paragrafo dedicato, racconteremo meglio cosa gustare in questo viaggio.
Il centro pulsante della città è certamente la piazza che un tempo si chiamava Grande ma oggi porta il nome di Piazza Ferretto, in onore di un partigiano ucciso dai fascisti nel 1944. Da qui si può accedere a una fortificazione di Mestre che vedeva chi arrivava da Venezia. Al centro c’è una bella fontana con una scultura in bronzo, si affacciano alla piazza molti edifici alcuni dei quali hanno un valore architettonico, sono soprattutto liberty. Spesso nella piazza centrale ci sono dei mercatini invitanti.
Tra le costruzioni che guardano la piazza c’è anche la Torre Civica, ciò che resta delle fortificazioni del castello. Risale al XII secolo ma l’orologio è più “giovane”, del XVI secolo. Sul lato opposto possiamo ammirare la Chiesa di San Lorenzo, la più grande di Mestre, in stile neoclassico, con un cortile ricco di statue e l’antica scuola dei battuti. Questo edificio dal nome curioso e leggendario si chiama così per fare riferimento ai “battuti”, persone che usavano auto flagellarsi. A fondare questa casa fu nel Trecento la Confraternita dei battuti, rifugiatisi a Mestre quando furono cacciati da Venezia. In questa scuola di formavano per essere utili alla società, dando una mano in ospedale, ad esempio.
Altro edificio interessante è il Teatro, Teatro Toniolo, che oggi funziona come cinema. Più che la sala di proiezione, merita la galleria affianco, in pieno stile liberty, unico in tutto il Veneto.
Dopo questa passeggiata a Mestre, prima di dirigerci a Venezia o di tornare a casa, se già ci siamo stati, fermiamoci a mangiare le specialità. Vediamone diverse, in modo da incontrare i gusti più vari.
Partiamo dal Baccalà mantecato accompagnato con la polenta. Piatto molto autunnale e invernale, ma buono in tutte le stagioni. Spesso è servito come antipasto e ha un sapore che si scioglie in bocca. Questo perché viene cotto nel latte e poi trasformato in una morbida mousse da “spalmare” su un quadrato di polenta fatta arrostire in padella oppure sul semplice pane tostato.
Quella dei Risi e Bisi è una ricetta molto semplice ma non facile da trovare cucinata come da tradizione. A Venezia e anche a Mestre si possono trovare dei piatti meravigliosi che esaltano la bontà semplice del riso. Piace a tanti questo piatto come a pochi piacerà il Fegato alla Veneziana.
Lo servono come secondo e solo per chi ama questo tipo di sapori. La carne viene cotta solamente con burro e olio, ha un sapore forte ma non amaro, è più raffinato di quanto non si possa pensare. Troviamo di nuovo la polenta associata però alle schie, piccoli piccoli gamberetti lagunari di colore grigio. L’accoppiata è vincente anche se non è immediato avvicinare il sapore rustico della polenta con quello snob dei gamberetti. Chi ama il pesce può concedersi a Mestre un ottimo Fritto misto alla Veneziana anche mangiato per strada ma gustosissimo, oppure le sarde, o meglio le “Sarde in saor”. Si tratta di un piatto per antipasti, in cui il pesce viene marinato in cipolla e aceto e poi insaporito con uvetta e pinoli e fritto. Bisogna mangiarlo caldo, ha un gusto vellutato e agrodolce.
Non abbiamo ancora parlato di primi ma ci sono i ben noti “Bigoli” in salsa. Si tratta di spaghetti un po’ particolari perché più spessi e fatti con il grano duro. La salsa a cui li accompagniamo per tradizione da queste parti non è una banale salsa al pomodoro ma un sugo a base di cipolle e sarde. Nasce come piatto di Natale ma oggi lo si mangia in ogni stagione con gusto.
Terminiamo con qualche dolcetto. Con le Fritole, ad esempio, un classico del carnevale veneziano ma sempre offerto dai negozi più tipici. Si tratta di palline di pasta fritte condite con pinoli ed uva passa o farcite al proprio interno con crema o zabaione. Ci preferisce evitare il fritto può dedicarsi ad una grande dose di Tiramisù, dolce al cucchiaio amato un po’ ovunque di cui scoprire di volta in volta le varianti locali. Quella veneziana sarà diversa da quella di Mestre?