I parchi più grandi di Torino: quali sono


I parchi più grandi di Torino

Torino è una città molto verde che sorge in una zona ricca di natura. É vicino alle montagne e per chi vi abita o la frequenta, non è poi così difficile organizzare delle escursioni fuori porta e godersi un po’ di natura e di silenzio. Resta però importante conoscere i parchi più grandi di Torino perché sono elementi importanti della sua struttura urbanistica e della sua storia e possono essere dei deliziosi luoghi di ritrovo o di ristoro per l’anima, se siamo da quelle parti.



I parchi più grandi di Torino sono cinque e non sono fortunatamente tutti concentrati in una sola area della città. Ne possiamo trovare un po’ in ogni quartiere, o quasi. Questo significa anche che le aree attrezzate per bambini, i percorsi per correre, gli spazi per giocare, prendere il sole e rilassarsi, sono ben distribuiti e a disposizione di molti.

Tappa dopo tappa faremo il giro di queste “macchie” verdi del capoluogo piemontese. Fra tutte, il parco che maggiormente resta impresso, di solito, è il Parco Dora. E’ più di un parco, perché ricco di elementi artistici. Nei suoi oltre 400.000 mq si svolgono anche concerti ed eventi, grazie alla presenza anche di un’area coperta. Vi si organizzano percorsi artistici e ci può visitare anche una zona industriale recuperata per i 150 anni dell’Unità d’Italia.

Un altro parco è quello de La Falchera, a nord, ricco di aree gioco, orti urbani e viali alberati, un paradiso per gli amanti della bicicletta e della corsa.

I parchi più grandi di Torino

I parchi più grandi di Torino: quali sono

Partiamo dal più “piccolo” dei grandi parchi per scoprire alla fine qual è quello che oggi occupa maggiore spazio nei confini comunali della città

  1. Il Parco Ruffini copre circa 127.000. Il suo nome forse suona famigliare a qualche studente, è quello di un professore universitario a cui è stato dedicato per ricordare il suo coraggio nel rifiutare il giuramento al regime fascista. Francesco Ruffini era il suo nome. Il parco è stato fondato nel 1925 come polmone e boccata di ossigeno per i cittadini che vivevano vicino a Pozzostrada e San Paolo. Queste zone si stavano riempiendo molto velocemente in quel periodo ed era nata la necessità di intervenire per rendere più vivibili le vie e i quartieri che l’industrializzazione urbana stava trasformando con un ritmo difficile da bloccare. In questa area troviamo anche lo stadio Primo Nebbiolo oggi, prima della seconda guerra mondiale, a cui più tardi venne affiancato il Palazzetto dello Sport. Non è sempre stato così ma oggi, e ormai da quarant’anni e passa, nessuna macchina può entrare nel parco che viene utilizzato da molti torinesi per fare sport e per ospitare manifestazioni ed eventi di vario tipo.
  2. In ordine di grandezza crescente arriva poi il Parco Cavalieri di Vittorio Veneto – Piazza d’Armi con i suoi 220.000 mq. Il nome tradisce le origini di questo spazio libero e verde che un tempo era la zona libera dai palazzi di Santa Rita, inizialmente impiegata per far schierare le truppe che costituivano l’esercito dei Savoia e farle anche esercitare. Negli anni ’30 in questa area viene realizzato uno Stadio che porta il nome del Duce, portava, in verità, perché è stato poi chiamato stadio Comunale e oggi è noto a tutti come l’Olimpico, dal 2006. Quando Torino ha ospitato le Olimpiadi invernali, il Parco Cavalieri di Vittorio Veneto è stato sistemato, anche i percorsi pedonali sono stati rinnovati per la gioia dei tanti torinesi che li utilizzano per fare attività fisica ogni giorno.
  3. Il Parco Colonnetti comprende 385.800 mq e si trova nella periferia sud, tra via Artom, via Vigliani e Strada del Castello di Mirafiori. L’aeroporto Mirafiori, il primo della città, dal 1911 fino al secondo dopoguerra era proprio in questo Parco ma oggi non è più utilizzato. C’è l’aeroporto di Caselle che serve la grande città. Gli scorsi anni questo Parco non ha passato dei periodi fiorenti e ha dovuto subire episodi di degrado per via delle conseguenze di un forte boom economico che ha causato anche forti migrazioni. Torino si è trovata a dover digerire molte più persone in città, in poco tempo, e non è stato sempre facile garantire la salute delle aree verdi. Oggi è però acqua passata. Il Parco è stato sistemato e strutturato, completamente, ed è anche attrezzato per ospitare i più piccoli con aree giochi dedicate. Vi possiamo trovare anche percorsi ginnici, fontane e delle zone riservate alla fauna locale. Sempre in questi metri quadri ci sono anche gli impianti utilizzati dal CUS (centro universitario sportivo), inclusa una pista d’atletica e un campo pratica per il golf.
  4. Il Parco del Valentino, da 421.000 mq, è forse quello che tutti conoscono meglio. Anche i non torinesi sanno che esiste e sanno che merita una visita. E’ nella prossimità delle rive del Po e ai piedi della collina. Questa zona nel Cinquecento fu acquistata da Emanuele Filiberto di Savoia, nel 1630 venne costruito il Castello omonimo dove oggi ha sede la facoltà di Architettura. In occasione dell’Esposizione Universale nel 1884 fu costruito il borgo medievale ispirato ai castelli medievali piemontesi e valdostani. Oggi i turisti che visitano questo parco ne apprezzano gli ampi spazi verdi ma anche la vista panoramica.
  5. Il parco più grande di Torino è il Parco della Pellerina, di ben 837.000 mq. E’ nella parte nord ovest della città, zona in cui da sempre arrivano e si sistemano i circhi e i luna park nei periodi di festa. Ci sono anche alcuni festival che qui fanno tappa come il Traffic Festival. Il Parco della Pellerina è stato dedicato a Mario Carrara, uno dei 15 professori universitari che rifiutarono il giuramento di fedeltà al fascismo ma dal 2009 la parte a nord della Dora Riparia è dedicata agli operai della Thyssen Krupp, deceduti durante l’incendio della fabbrica che è situata molto vicino al parco stesso.

Pubblicato da Marta Abbà il 5 Settembre 2019