Piemonte

Cascata del Toce e i laghi alpini

Quando si fanno delle passeggiate è bello raggiungere delle cime, alte o basse che siano, perché anche se la vera meta è il viaggio, il cammino, come non si fa che ripetere, resta importante per lo spirito arrivare a qualcosa. E fare una pausa per gustare il panorama.

Certe volte invece di una cima si può raggiungere altro, stavolta vi proponiamo la cascata del Toce e i laghi alpini che ci sono nei dintorni.

Come raggiungere la Cascata del Toce

Anche se amanti dei mezzi pubblici, stavolta ci tocca prendere l’auto per avvicinarci alla partenza di questa camminata. Si imbocca inizialmente la A26 e poi occorre percorrere la strada statale 33 del Sempione che collega Milano con il confine di Stato di Iselle. All’altezza di Crevoladossola si prende la strada statale 659 di Valle Antigorio e Val Formazza per circa 40 km, fino a Valdo (Formazza), dove parte quindi la nuova strada ANAS 424 ex SS 659 di Valle Antigorio e Val Formazza che, dopo circa 8 km, porta alla cascata.

Ricordiamoci, o per lo meno appuriamo, che la cascata viene aperta solamente per brevi fasce orarie tra giugno e settembre e solo in quelle ore possiamo vederla nella sua splendida conformazione naturale.

Cascata del Toce: descrizione

La cascata del Toce è situata nel territorio del Comune di Formazza, in provincia del Verbano-Cusio-Ossola situato nell’omonima valle. Si tratta del comune più settentrionale del Piemonte, quindi è vicinissimo alla Svizzera, sia al cantone del Vallese che Canton Ticino.

Detta anche La Frua, dal tedesco, questa cascata è spettacolare: ci presenta il fiume Toce che compie un salto alto ben 143 m da uno sbalzo altro 200 m. Comprendo che sia difficile da immaginare questo scenario ma proprio per questo è assolutamente da vedere, è ritenuta una delle cascate più speciali di tutto l’arco alpino.

Il fiume Toce dopo questo tuffo coraggioso, forma un lago artificiale, detto lago di Morasco, un bacino con diga che viene utilizzato per tenere in funzione una serie di centrali idroelettriche, ben cinque: Ponte, Fondovalle, Cadarese, Crego e Crevola Toce. Se volgiamo lo sguardo in cima alla cascata, invece, possiamo scorgere un albergo storico, costruito nel lontano 1863 con un perfetto stile dell’epoca. È la testimonianza di come anche nei secoli scorsi l’interesse da parte dei turisti verso le nostre montagne fosse vivo e appassionato. A fianco all’hotel sorge anche una chiesetta dedicata alla Madonna della Neve, risalente al 1621.

Altro ricordo legato alla cascata del Toce è quello del Giro d’Italia che nel 2003 è passato di qui. Queste montagne hanno fatto da scenario all’ultimo attacco in montagna di Marco Pantani.

Cascata del Toce e laghi alpini

L’idea di andare ad ammirare la cascata è l’occasione per fare un giro nella zona, imboccando uno dei tanti sentieri che vanno a sfiorare o ad accarezzare i laghi alpini della Val Formazza. Uno è il lago artificiale di Morasco di cui abbiamo già parlato, è il primo che si incontra e vale la pena di girargli attorno. La diga che lo rende utile per la produzione di energia elettrica è allo stesso tempo un percorso pedonale, quindi se arriviamo fino a qui troviamo un anello che gira attorno al bacino da percorrere ammirando un paesaggio suggestivo.

Un altro lago in zona è il Lago del Sabbione, situato però già a 2475 metro di quota. Se lo prendiamo come meta possiamo fare tappa in uno dei tanti rifugi alpini tra cui quello di Mores. Da qui possiamo anche mettere piede in Svizzera, attraverso il Passo del Gries (2463 m. s.l.m.) all’andata e il Passo S. Giacomo (2313 m) al ritorno, per poi riposarsi sulle rive del Lago del Toggia (2191 m. s.l.m.). Questo piccolo specchio d’acqua è alimentato dal punto di vista idrico dal Lago Castel (2244 m. s.l.m.).

Formazza e dintorni

Nell’area del Comune di Formazza si possono praticare sport invernali grazie ai numerosi impianti sciistici, oppure dedicarsi alle escursioni. Oltre a quelle già citate c’è quella che ci permette di raggiungere il rifugio 3A, sopra il ghiacciaio Siedel, posto a 2922 m s.l.m. dove si può anche alloggiare, oppure quella che ci porta al rifugio Claudio e Bruno presso il lago del Sabbione, posto a 2710 m s.l.m. con 90 posti letto, entrambi di proprietà dell’Operazione Mato Grosso (OMG).

A 2060 metri possiamo trovare anche la nuovissima Baita del Ghighel (2060 m), dedicata al prof. Guido Tosi, docente universitario, esperto di gestione della fauna alpina, scomparso in un incidente in Val Formazza nel 2011. In queste zone possiamo anche visitare alcuni edifici che sono stati eretti dai Walser, la popolazione che vi ha da sempre abitato. Dal tedesco Walliser, questo termine si traduce in vallesano, abitante del canton Vallese. Questa popolazione di origine germanica abitava tutte le aree attorno al massiccio del Monte Rosa e parlava una lingua detta Titsch, simile ovviamente al tedesco.

Share
Pubblicato da
Marta