Quali sono i siti Unesco in Lombardia


Unesco in Lombardia

Dei 53 siti Unesco che l’Italia ospita, la Lombardia è una delle Regioni che ne conta di più e il loro elenco diventa una traccia di programma di viaggio per scoprire alcuni tesori nascosti di una Regione che non ha solo il volto delle imprese, del business e della trafficata Milano, ma anche quello di bellissime montagne, monumenti, luoghi di arte e tradizione. Non in un unico viaggio ma magari di weekend in weekend, vi proponiamo di scoprire quali sono i siti Unesco in Lombardia, uno dopo l’altro o magari semplicemente scegliendo quelli che non abbiamo ancora visto e che abbiamo voglia di visitare.



Cosa sono i siti Unesco

Prima di scoprire queste 11 meraviglie lombarde, precisiamo cosa significa essere siti Unesco e a cosa serve. Non è un “bollino” assegnato come tanti ma un riconoscimento che l’Unesco sceglie di dare al alcuni luoghi del nostro pianeta che sono messi a rischio dal turismo selvaggio e a volte anche dal consumo di suolo.

L’obiettivo è preservarli, difenderli, fare in modo che possano conservare al meglio la propria bellezza e continuare ad essere ammirati da frotte di rispettosi turisti. Concretamente li si rende protagonisti di campagne di informazione e piani di restauro coinvolgendo al meglio i territori che li ospitano ma anche tutti coloro che ritengono la bellezza artistica e paesaggistica un valore per cui lottare.

Quali sono i siti Unesco in Lombardia

Iniziamo ad elencare i luoghi lombardi che l’Unesco ha ritenuto bisognosi della sua protezione, sono 11 come i componenti di una squadra di calcio che a me piace immaginare come una squadra della bellezza in una regione in cui il consumo di suolo sta facendo degli enormi disastri.

Partiamo da Bergamo dove l’Unesco ha individuato come sito da proteggere le opere architettoniche di difesa della Repubblica di Venezia realizzate tra il XVI e il XVII secolo. Si tratta di mura robuste alte tra i 10 e i 22 metri, realizzate con la pietra locale, che abbracciano il cuore più antico della città con un percorso di 5,3 km. È una fortezza che in passato non è mai stata espugnata, sito Unesco dal 2017 assieme ad altre opere simili assieme a cui forma una muraglia da oltre 1000 km totali, situate a Peschiera del Garda e Palmanova, in Veneto, Zara e Sebenico in Croazia e Cattaro in Montenegro. Nell’opera situata a Bergamo e che ha richiesto 27 anni di lavori, sono comprese 5 porte d’accesso (Porta del Soccorso, Porta Sant’Alessandro, Porta San Giacomo, Porta Sant’Agostino e Porta san Lorenzo), 2 polveriere, 14 baluardi, 2 cannoniere e 2 piattaforme.

Spostiamoci in Valle Camonica per proteggere il sito di arte rupestre, il primo che l’Italia si è vista riconoscere dall’Unesco nel lontano 1979. Detta anche “La Valle dei Segni” comprende 8 parchi distribuiti in ValCamonica (BS) che ospitano affascinanti incisioni rupestri preistoriche che raccontano nel proprio stile la vita quotidiana di un tempo, scene di caccia e di gruppo, simboli di culto. Abbracciamo in lungo arco di tempo, ben 12 mila anni, ed è da qui che è nata l’idea della rosa camuna, come simbolo della Regione Lombardia.

Il terzo sito che andiamo a visitare ci porta in tutt’altra epoca, tra Ottocento e Novecento. Siamo a Crespi D’Adda in un Villaggio operaio, ospiti della famiglia Crespi. Questa famiglia possedeva in quel periodo una fabbrica tessile molto importante, così importante e attiva che si era creata una vera e propria città affianco, costituita dalle case dei tanti dipendenti e dalle loro famiglie. Non immaginatelo come un accumulo di case o un anonimo quartiere dormitorio ma come un centro abitato con tanto di giardini in stile ottocentesco e servizi innovativi per il tempo come ad esempio l’elettricità e le fognature. Questo villaggio riconosciuto dall’Unesco nel 1995 rappresenta una unicità in Europa come esemplare di archeologia industriale, visto che è rimasto inalterato dagli anni Venti ed è magnificamente conservato.

Nei territori dell’arco alpino di Svizzera, Austria, Francia, Germania, Italia e Slovenia l’Unesco ha deciso di proteggere i siti palafitticoli preistorici che li costellano. Dei 156 totali, tra sommersi e subacquei, quelli italiani sono 25 tra cui troviamo alcune chicche come le strutture palafitticole più antiche, dell’inizio del Neolitico, proprio in Lombardia, sul Lago di Varese (Isolino Virginia, Biandronno, Bodio centrale o “delle Monete” a Bodio Lomnago, il Sabbione a Cadrezzate, solo per citarne alcuni). Sempre in Lombardia c’è anche il luogo con la maggior concentrazione di palafitte, ma su un altro lago, quello di Garda. E siamo a Polpenazze del Garda – BS.

Partiamo per la montagna verso il prossimo sito Unesco lombardo, la suggestiva ferrovia retica che collega Tirano in Valtellina (SO) a Saint Moritz in Engadina. Diventata sito protetto nel 2008, questa infrastruttura si arrampica fino al passo del Bernina a 2256 m slm ed è spesso chiamata “trenino rosso del Bernina”. Dai finestrini si possono ammirare dei panorami bellissimi, unici, di montagne, valli, rocce e scorci d’alta quota.

Scendiamo nella civiltà e andiamo a Mantova che assieme a Sabbioneta è stata riconosciuta come esempio di progettazione urbana diversa. La prima città mostrerebbe un modello evolutivo, l’altra un modello fondativo, entrambe sono dei nuclei che rispecchiano le attività della famiglia rinascimentale dei Gonzaga e sono Patrimonio Unesco dal 2008.

Ancora fossili per la prossima segnalazione Unesco con cui saliamo sul Monte San Giorgio, in provincia di Varese, per visitare i siti del Triassico lombardo. I reperti che possiamo trovarci ricoprono un arco di tempo di 12 milioni di anni, mostrano le forme di pesci e rettili anche di grandi dimensioni, tra cui anche delle piccole lucertole acquatiche dette “pachipleure”.

Al popolo dei Longobardi e a tutti i resti e i luoghi che ne raccontano la presenza nella nostra Regione, e dedicato un sito Unesco “colettivo”, dal 2011. Nell’elenco troviamo palazzi e chiese realizzate dal VI al VIII secolo tra cui il sito archeologico di Castelseprio, nel Varesotto, e il monastero di San Salvatore-Santa Giulia a Brescia.

Nel Cremonese non c’è un vero e proprio sito ma qui l’Unesco ha scelto di proteggere e promuovere un’arte, un mestiere, quello dei liutai. Dal 2012 Cremona è riconosciuta come il luogo dove questa meravigliosa capacità vede la massima espressione e i turisti appassionati possono ammirare oltre 70 pezzi di legno modellati violini, viole, violoncelli, contrabbassi di fattura unica ma anche conoscere meglio l’arte dei liutai.

siti Unesco in Lombardia

Vi sembrerà strano non averlo ancora sentito nominare, ma eccome se è un Patrimonio Unesco. Mi riferisco al complesso milanese di Santa Maria delle Grazie e del Cenacolo vinciano. È certamente uno dei siti più noti, in Italia e magari non solo, già dal 1980. Come scordare il capolavoro dell’Ultima Cena, realizzata da Leonardo Da Vinci tra il 1494 e il 1497, restaurata e illuminata in modo sempre più innovativo ed efficace.

L’undicesimo sito lombardo è condiviso con il Piemonte ed è quello dei 9 Sacri Monti. Questo complesso di cappelle si estende proprio sul confine delle due regioni, gli edifici risalgono al periodo che va dal XV e il XVII secolo. In Lombardia ci sono 28 cappelle, una parte a Varese e l’altra a Ossuccio (CO).

Pubblicato da Marta Abbà il 4 Febbraio 2020