Giardino Botanico di Napoli, come visitarlo


Giardino Botanico di Napoli

Il capoluogo campano è ricco di meraviglie e quando ci si arriva non sempre si programma di visitare il Giardino Botanico di Napoli, un luogo che invece merita qualche ora del nostro tempo di turisti, una parentesi verde e silenziosa, di sana contemplazione, tra un monumento, un palazzo e un assaggio gastronomico. È proprio così che questo orto botanico appare, come un’oasi di pace nel traffico, quello di via Foria, da percorrere per arrivarci. È un regno verde e ben tenuto, apprezzato non solo per il contrasto con il resto dell’atmosfera partenopea ma perché davvero ricco e grande.



Giardino Botanico di Napoli, come visitarlo

È uno degli orti botanici più importanti della nostra penisola, dove contemplare la bellezza della natura viaggiando per il mondo attraverso la flora. È custodita in questo regno un’enorme ricchezza di specie – sia erbacee che arboree e arbustive – non solo endemiche ma anche provenienti da ogni parte del mondo. Tanti e meravigliosi sono i fiori, a volte custoditi in serre che simulano le loro condizioni di crescita ottimali. Si passeggia nell’area vasta e popolata e si incontrano anche diverse piante succulente con le loro forme sempre spettacolari, delle sculture naturali, ci sono gli agrumi profumati e le felci arboree e anche le piante medicinali, tintorie e da essenza.

Oggi l’area occupata dal Giardino Botanico di Napoli è di circa 12 ettari dove trovano spazio 9.000 specie per un totale di 25.000 esemplari, ovviamente organizzati secondo dei criteri sistematici, ecologici ed etnobotanici che ci aiutano a riconoscerli e apprezzarli e aiutano anche gli studiosi a monitorarli e prendersene cura.

Ci sono delle precise zone come il filiceto, l’area delle Pinophyta, il palmeto, l’agrumeto, l’area delle Magnoliophyta a cui si aggiungono piccole zone dedicate a singole piante a fiore. Quando si visita questo orto si può ragionare per aree con nomi semplici e identificativi: il “deserto”, la “spiaggia”, la “torbiera”, la “roccaglia”, la “macchia mediterranea” e le vasche per le piante acquatiche. C’è anche un’area che ospita un percorso per i non vedenti e una in cui crescono le piante citate nella Bibbia, e poi altre sezioni come la collezione di bulbose, tuberose e rizomatose, l’arboreto e il vivaio.

Giardino Botanico: storia

Prima di iniziare la visita, un breve excursus storico. L’idea dell’Orto Botanico di Napoli è antica, risale al 1615, ma la sua realizzazione arriva molto dopo. Il viceré conte di Lemos che ne aveva annunciato la realizzazione, mai lo ho visto, torna a parlarne un secolo e mezzo dopo, nel 1777 con Ferdinando IV con l’idea di realizzare un complesso con un Museo di Storia Naturale e un Orto Botanico nella zona dell’ex Palazzo degli Studi. Ancora nulla di fatto. Solo con l’arrivo dei Francesi l’idea si concretizza e nel 1807 grazie a un decreto di Giuseppe Bonaparte, il Real Giardino delle Piante diventa realtà. Questo orto è stato poi molto desiderato anche dai Borbone, consapevoli che fosse un ottimo modo per approfondire la conoscenza di piante utili allo sviluppo dell’agricoltura e della medicina.

Giardino Botanico di Napoli

Giardino Botanico di Napoli: attività

Questo regno naturale non è solo da contemplare in tutta la sua bellezza, è vivo e ricco di attività.
Molto importante quella di ricerca focalizzata sullo studio delle caratteristiche macro- e micromorfologiche di alcuni gruppi quali ad esempio le Cycadales e le Orchidaceae.

Vengono realizzati anche degli studi in comunità rurali dell’Italia centro-meridionale e su alcuni fossili vegetali sempre provenienti da zone campane. Per le scuole viene fatto molto, con progetti e laboratori dedicati agli alunni delle scuole medie inferiori e superiori. Ci sono semplici visite guidate ma anche veri e propri corsi per gli insegnanti.

Importante è anche l’attività di conservazione, perché nel giardino ci sono delle specie rare o in via di estinzione che hanno bisogno di qualcuno che si occupi di loro. In questo orto ci sono delle intere collezioni di piante sempre più rare nei loro ambienti naturali, come ad esempio le Cycadales e le felci arboree.

Piante come la Kochia saxicola e Primula palinuri sono endemiche e da proteggere proprio come quelle che sono addirittura scomparse dai siti naturali come l’Ipomoea imperati, e che a Napoli vengono mantenute in vita e moltiplicate nella speranza di riuscire a reintrodurle negli ambienti naturali.

Castello dell’Orto Botanico

Quando si visita un giardino botanico come questo, l’attenzione non corre certo subito agli edifici ospitati ma vale la pena di citare il Castello, creato tra il XVI e il XVII secolo, oggi sede delle attività amministrative e tecniche, oltre che del museo di paleobotanica ed etnobotanico ma che un tempo era l’edificio adibito all’Istituto di botanica, al laboratorio, alla biblioteca, all’erbario e al museo.  Sempre nel giardino c’è anche l’edificio della Sezione sperimentale delle piante officinali e quello del C.I.S.M.E. (Centro Interdipartimentale di Servizio per la Microscopia Elettronica).

Pubblicato da Marta Abbà il 20 Dicembre 2019