Toscana

Riserva naturale Bosco Fontana

A pochi chilometri dalla splendida città di Mantova, piena di opere d’arte e di architettura, c’è la Riserva naturale Bosco Fontana, dove la bellezza è prevalentemente quella naturale che esplode in tutta la sua ricchezza, sia a livello di flora che di fauna. Non si tratta solo di un’area verde dove passeggiare e respirare ossigeno, ma di un vero e proprio regno della biodiversità dove permettersi di diventare curiosi per scoprire le tante forme che la natura sa assumere in 233 ettari di superficie.

Come arrivare alla Riserva naturale Bosco Fontana

Per raggiungere questa meta il percorso è davvero semplice, basta arrivare a Mantova e lo si può fare in auto come in treno, anche se poi si presenta il problema dell’ultimo miglio. Dalla città è necessario dirigersi verso comune di Marmirolo, percorrendo pochi chilometri lungo la strada statale 236.

Riserva naturale Bosco Fontana

Oggi questa “Riserva Naturale Orientata Biogenetica“, così è tecnicamente stata definita, è sotto la tutela del Comando Unità Forestali, Ambientali ed Agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri, che ne cura la sorveglianza, la protezione, il mantenimento ed il miglioramento fitologico. Le sue peculiari caratteristiche sono legate ad eventi del passato che sono avvenuti sul territorio. Dobbiamo andare molto indietro, a circa 10.000 anni fa quando i ghiacci hanno iniziato a ritirarsi verso nord man mano che il clima diventava di anno in anno sempre più mite.

I terreni della pianura padana si sono trasformati in un habitat perfetto per tante nuove specie vegetali adatte alle nuove condizioni climatiche e di è così venuta a formare una gran bella foresta con cerri, tigli, pioppi, olmi e ontani dominanti come presenze e affiancati a numerosissime specie arbustive di sottobosco. Della grande foresta di un tempo è rimasto davvero poco e quel poco è protetto dalla riserva naturale Bosco Fontana. Negli anni dopo infatti, già le popolazioni del neolitico a cui poi hanno seguito i Romani e tutti gli altri, hanno rosicato e rovinato larga parte della foresta per costruire insediamenti urbani, colonizzare, coltivare.

Riserva naturale Bosco Fontana: cosa vedere

Visitando quest’area protetta possiamo visitare alcuni edifici che rappresentano la presenza umana in un vero paradiso naturale a cui però l’uomo ha messo pesantemente mano creando una serie di viali rettilinei studiati a tavolino per creare ogni tanto delle radure circolari che agevolano chi si trova a passeggiare per la foresta.

Al centro del bosco sorge la Palazzina Gonzaga, in stile seicentesco, fatta costruire da Vincenzo I Gonzaga, duca di Mantova, per utilizzarla come “Casa di caccia”. Dal 1921 è monumento nazionale e proprio a pochi passi troviamo la fontana che dà il nome al bosco, risorgiva che è stata scoperta già nel XII secolo, quando l’area fu acquistata dai Gonzaga, al tempo signori di Mantova.

Ignorando la presenza umana possiamo dedicarci alla contemplazione della flora e della fauna. Nella foresta si può notare un’estrema ricchezza di specie, soprattutto di latifoglie come i querco-carpineti, negli anni usati anche per produrre legname. Oltre alle piante da fusto ci sono tanti fiori e specie erbacee che popolano le radure e poi le piante igrofile di sponda e i funghi.

Gli animali più numerosi in quest’area sono la faina e la puzzola ma basta alzare gli occhi al cielo per accorgersi della grande quantità di volatili che frequentano il bosco. Tra questi, il più comune è il nibbio bruno che si nutre dei pesci che cattura nei vicini fiumi e torrenti. Gli fanno compagnia il picchio rosso maggiore e il torcicollo.

La storia della riserva Bosco Fontana

Nel Trecento l’uomo ha iniziato ad occuparsi di questa zona, accortosi della sua bellezza, o per lo meno prima non ci sono testimonianze che l’abbia fatto. Non ci è dato sapere con certezza. I protagonisti come al solito da queste parti sono i Gonzaga, al tempo futuri signori della vicina Mantova. Tra il XII ed il XIII secolo questa nobile famiglia è diventata proprietaria di una vastissima area compresa tra il Mincio, Goito e Marmirolo.

La maggior parte di essa era coperta da foresta, da quella foresta che oggi noi vediamo nella riserva e basta. All’interno viveva parecchia selvaggina tanto che i Gonzaga la utilizzavano come grande riserva di caccia. Sensibili alla bellezza del territorio capitato in loro possesso proprio i Gonzaga iniziarono a pensare di proteggerla dagli scempi umani ponendo i primi vincoli protezionistici poi arrivati fino a noi dopo moltissime modifiche.

Uno dei più recenti interventi per custodire questa preziosa testimonianza della antichi boschi di latifoglie è stato quello per la riequilibrazione dell’habitat, inserito nell’ambito del progetto europeo Life Natura. L’obiettivo di questa iniziativa è quello di ripristinare la condizione ideale perché uccelli, insetti e piccoli mammiferi possano tornare a sentirsi a proprio agio in un bosco planiziale di pianura senza piante che di solito non vi crescono ma che si erano infiltrate.

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Pubblicato da
Marta