Nella piccola ma sempre più esplorata Basilicata troviamo il comune di Viggianello che nel dialetto locale, se siete da quelle parti, sentirete chiamare con il nome di Bingianieddu. Si tratta di un piccolo paesino con meno di tremila abitanti situato nella provincia di Potenza. Nella cartina geografica lo troviamo ai piedi del massiccio del Pollino, nella Valle del Mercure.
Proprio nel territorio di questo piccolo comune passa anche un fiume, il fiume Mercure-Lao, che concorre alla denominazione di Viggianello come “il borgo dell’acqua”. Questo soprannome è dovuto al fatto che la cittadina non solo possiede tante risorse idriche ma le sa anche ben sfruttamento in svariati modi. Le utilizza per promuovere e proporre anche ai turisti molti sport fluviali, ad esempio, senza scordare che l’acqua si beve per cui la si può anche imbottigliare.
Oltre che borgo dell’acqua, Viggianello è anche uno dei borghi più belli di Italia, nel 2014, l’associazione Borghi più belli d’Italia gli ha perfino conferito il titolo di comune più bello d’Italia.
I primi a scegliere questo territorio per farne un insediamento umano sono forse stati gli antichi romani che lo hanno scelto come Castrum anche per la sua posizione, infatti questo paesino anche attualmente sovrasta l’intera vallata del Merkurion situata ai piedi del massiccio del Pollino. In realtà non sono chiarissime le origini del paese di cui stiamo narrando, dopo i Romani si fa un bel salto temporale andando al IX secolo e a degli insediamenti dei monaci basiliani che hanno poi più tardi lasciato il posto a Longobardi e Bizantini, capaci di trasformare il castrum romano in kastrion, ovvero luogo fortificato abitato da agricoltori.
Sulla collina di Viggianello ci sono stati anche i Normanni al loro tempo, insediandosi e creando una roccaforte con torre quadrata che gli Svevi hanno ereditato e consolidato facendola assomigliare a uno di quei robusti manieri federiciani. Più tardi, e più tardi significa dopo il XV secolo, troviamo questo borgo come feudo della nobile famiglia dei Sanseverino, principi di Bisignano, per poi passare nelle mani della dinastia borbonica del Regno di Napoli fino al 1808, anno in cui finalmente Viggianello diventa una volta per tutte un comune.
Molte delle chiese che troviamo da queste parti tradiscono le loro origini bizantine e non c’è nulla di male, ci mancherebbe. Ce ne sono diverse, piccole, come le classiche chiesette di campagna, sparse in vari villaggi agricoli, ma la più antica chiesa di Viggianello è situata nei pressi del castello. E’ sempre di origine bizantina, se non normanna, ed è dedicata a San Nicola.
Oggi purtroppo è andata in rovina e se la si raggiunge si possono solo intuire delle tracce degli antichi affreschi. Sempre a Viggianello ci sono diverse altre chiese, bizantine e non, tra cui se ne ricordano alcune più significative e meglio conservate. C’è quella di San Francesco da Paola, ad esempio, l’unica che ancora conserva la sua esposizione est-ovest presente in tutte le chiese bizantine.
C’è quella di Santa Caterina d’Alessandria che, pur tradendo l’origine bizantina, oggi si mostra ampliata o ricostruita ex novo. Al suo interno questa chiesa conserva numerose opere del Seicento, del Settecento, ma non solo. Vi troviamo una reliquia della santa di Alessandria e una cripta con tre preti mummificati seduti su una panca e ricoperti di paramenti sacri d’oro.
Passeggiando nell’area possiamo vedere anche i ruderi di monasteri basiliani, distrutti dall’esercito e dalle leggi di Napoleone, e un edificio denominato il Pedio, importante perché conferma la presenza nel territorio viggianellese del monastero di San Pasquale. Prima di passare dalle chiese ai Palazzi, ricordiamo che, in località “Zarafa”, ci sono i ruderi dell’abbazia di Santa Maria del Soccorso, molto importante durante il XVIII secolo.
Seppur piccolo, questo comune è in grado di sfoggiare dei palazzi interessanti che racconta la sua storia. Eccone in particolare tre, tuttora ammirabili e conservati. Il Palazzo Caporale-Gentiluomo, situato nella zona alta del paese, oggi è un albergo ma conserva al suo interno arredi d’epoca e un museo. Il Palazzo De Filippo, risalente alla fine del Settecento ma in parte restaurato, oggi ospita anche una biblioteca, una cappella palatina e magazzini.
E poi c’è il Palazzo Marino-Siniscalchi, il palazzo oggi in mano di privati con un bel salone in stile barocco, numerose sculture in pietra del Settecento e un bel portale sempre in pietra con lo stemma nobiliare della famiglia.
Una interessante perché antica tradizione del borgo è la sagra dei falò. Si svolge a inizio primavera. Potete segnare sul calendario due date, quella del 19 marzo e quella del 2 aprile. In queste due giornate vengono bruciate nelle piazze del centro storico e delle frazioni le “fascine”, in segno di buon auspicio e di augurio di una primavera propizia e feconda. Un’altra giornata segnata dalla tradizione locale è quella del 25 novembre quando a Viggianello si svolge la fiera di Santa Caterina di Alessandria, patrona del paese. Si tratta di una fiera dalle origini molto antiche che potrebbe risalire al tempo del monachesimo basiliano quindi al IX secolo.
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