Gradisca d’Isonzo: come arrivare, cosa vedere e cosa mangiare


Gradisca d'Isonzo

Inserita con merito nella lista dei borghi più belli di Italia, Gradisca d’Isonzo è in Friuli Venezia Giulia. Situata a 32 metri sul livello del mare è una cittadella-fortezza risalente al Quattrocento, è sorta sulla riva destra dell’Isonzo, l’hanno costruita i veneziani con il contributo di Leonardo Da Vinci e l’obiettivo era quello di opporsi alle invasioni dei Turchi.



Ha anche altri due nomi, entrambi in friulano, in friulano standard infatti Gradisca suona come Gardiscje mentre in friulano goriziano Gardiscja, poco cambia a chi non vive lì ma sono differenze che lasciano trapelare la storia e le tradizioni di questa città. Il nome Gradisca, tra l’altro, sembrerebbe avere origini slave. “Gradišče” siginifica “luogo fortificato” e Gradisca a tutti gli effetti lo è. Oggi è un comune di migliaia di abitanti ma all’epoca della sua fondazione era poco più di una fortezza. Fino all’ultimo momento si dice che l’idea fosse di chiamarla Emopoli, in onore di Emo, capitano della repubblica di Venezia, ma poi questa intenzione sfumò e rimase Gradisca d’Isonzo.

Gradisca d’Isonzo: cosa vedere

Visto che è considerato uno dei borghi più belli d’Italia, godiamocelo facendo una bella passeggiata lungo le vie della città vecchia facendo però attenzione agli edifici che incontriamo. Tra di essi troveremo la casa dei Provveditori Veneti, del secolo XV, e Palazzo Torriani, che ospita il museo Documentario della Città e la Galleria d’Arte Contemporanea Luigi Spazzapan.

Percorriamo anche il tracciato delle mura venete ricordandoci che furono studiate da Leonardo da Vinci. Al loro interno troviamo il Castello, il suo nucleo principale è rappresentato dal Palazzo del Capitano ed è composto da una serie di fortificazioni realizzate dai veneziani nell’ultimo decennio del Quattrocento. I tre architetti che hanno progettato questo complesso poderoso sono Giovanni Contrin, Giacomo di Francia e Giovanni Borella.

Gli edifici con il tempo hanno subito delle modifiche, in particolare in epoca austriaca quando sono stati realizzati anche dei vistosi ampliamenti, siamo tra il XVI e il XVII secolo. Nella prima metà dell’Ottocento il Castello è diventato un penitenziario, tra i prigionieri “celebri” troviamo Federico Confalonieri.

Gradisca d’Isonzo: musei

In questo piccolo paese ci sono svariati musei, adibiti soprattutto per raccontare la storia e la cultura locale.
A Palazzo Torriani troviamo i principali. Il Museo Documentario della Città, una sorta di “sala di lettura” di luoghi espositivi a cielo aperto e il punto da cui partire per abbracciare con lo sguardo della storia le case e i palazzi, le mura e le garitte inaccessibili. Nello stesso edifico hanno sede anche il Civico Museo di Storia locale, la Biblioteca civica e l’Archivio storico della città.

Palazzo Torriani stesso merita una sosta. Si tratta di un edifico che potremmo definire “villa suburbana”, una via di mezzo un palazzo di città, perché è un blocco chiuso e compatto, e una dimora di campagna, perché si compone di ali e padiglioni che aprono verso l’ambiente esterno. Sempre a Palazzo Torriani c’è anche la Galleria regionale d’arte contemporanea Luigi Spazzapan, spesso sede di esposizioni temporanee di arte contemporanea.

Passiamo alla Loggia dei Mercanti per visitare il Lapidario Civico dove sono custoditi interessanti reperti lapidei sul periodo veneto e sulle altre fasi storiche della fortezza. Per chi volesse approfondire ulteriormente, c’è il Centro Isontino di documentazione storica e sociale L. Gasparini ospitato nel palazzo del Monte di Pietà, questo centro di studio e documentazione si focalizza soprattutto sulla storia del XIX e XX secolo.

Gradisca d’Isonzo: come arrivare

In auto possiamo percorrere l’autostrada A34 che passa a Nord della cittadina, c’è uno svincolo che porta a Gradisca, attraverso la strada regionale 305, ci sono altre strade che passano per questo borgo ma sono di fatto secondarie. Se si preferisce andare a Gradisca in treno, il tragitto non è affatto facile, perché sul territorio non si trova nessuna linea ferroviaria, quella più vicina è nel comune limitrofo di Sagrado, sulla linea Udine–Trieste ed è questa la stazione che oggi i cittadini di Gradisca utilizzano, se necessario.

Gradisca d’Isonzo: cosa mangiare

Da queste parti si mangia bene, in particolare mi concentrerei sui salumi e sui formaggi. Tra i piatti tipici c’è anche la jota, una sostanziosa zuppa a base di fagioli, patate, cotenne, costine di maiale affumicate e crauti. Altre ricette della tradizione isontina sono il goulasch, le trippe, il baccalà e, in inverno, calza a pennello anche un piatto come il cotechino, detto “musetto” e servito con le rape acide.

Scorrendo il menù arriviamo alla voce “dolci” e troviamo lo strudel di mele ma anche una ricetta tipica, la gubana. Si tratta di un involucro di pasta farcita con noci, zibibbo, uvetta, pinoli, cioccolato e servita a fette irrorata con grappa. Per chi non è astemio, da degustare a Gradisca d’Isonzo ci sono anche i vini che rientrano nella Doc “Isonzo del Friuli”. I migliori a detta di chi se ne intende sono i rossi, come il Cabernet, il Merlot e il Refosco, chi opta per i bianchi può contare sul Pinot.

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Pubblicato da Marta Abbà il 14 Dicembre 2018