Rossano Calabro: cosa vedere, il museo della liquirizia


Rossano Calabro

Già dal nome appare subito ovvio che siamo in viaggio verso la Calabria in un borgo situato in provincia di Cosenza. Stiamo andando a visitare Rossano Calabro, una piccola e graziosa località affacciata sul mare e che, appoggiata sulla Piana di Sibari, guarda sia alla splendida costa jonica e sia alla Sila. Da questa sua posizione particolare nasce il binomio che la rende preziosa agli occhi di molti turisti, quello che vede affiancati il verde delle colline e il blu profondo del mare. Rossano Calabro è una città che regala bellissimi panorami che possono essere ammirati, e fotografati, mentre ci si gode il suo clima mite, non solo in estate ma durante tutto l’anno.



Questo piccolo borgo non è solo un punto di osservazione della natura da cui è circondato ma è anche sede di interessanti edifici storici e chiese che impreziosiscono il suo centro storico per non parlare dei numerosi palazzi anche risalenti a tempi molto antichi, La maggior parte de monumenti meritevoli di visita sono risalenti, in particolare, ai Greci colonizzatori.

Rossano Calabro: cosa vedere

Il centro storico di Rossano Calabro è piccolo ma non per questo povero di spunti turistici e artistici. Partiamo con la nostra visita dando una occhiata alla Cattedrale di Maria Santissima Achiropita. Non soffermiamoci ad osservarne solo l’esterno perché al suo interno c’è custodito il dipinto della madonna e il famoso “Codex Purpureus Rossanensis“, evangeliario greco del V-VI, vergato con caratteri onciali in oro e argento su pregiatissima pergamena color porpora.

Proseguiamo con l’Oratorio di S. Marco che è di fatto il monumento più antico di Rossano. Risale al X secolo, era originariamente dedicato a Sant’Anastasia ed è una delle chiese bizantine meglio conservate di tutta la Calabria e di tutta l’Italia.

Passeggiando per il centro storico ci si può imbattere in altre chiese a cui possiamo dare una occhiata. Prima fra tutte quella di S. Bernardino, in stile tardo-gotico, perché è stata la prima chiesa Cattolica della città e ospita tra l’altro il sepolcro di Oliverio di Somma. Altre chiese da segnalare sono la Chiesa della Panaghìa, bizantina del X secolo, la Chiesa di San Francesco di Paola, del XVI secolo, con un portale rinascimentale ed un chiostro, e la Chiesa di Santa Chiara, voluta dalla Principessa Bona Sforza.

Passiamo agli edifici non religiosi e passiamo da Porta Giudecca, una delle uniche due rimaste in un buono stato di conservazione delle sette pre esistenti. Il centro di Rossano Calabro era infatti stato costruito a forma di foglia di vite, per questo risulta essere uno più che suggestivo esempio di urbanistica bizantina.

Con tale forma, la città aveva sette porte di accesso: Porta Rupa, Porta Leonarda o Nardi, Porta Giudecca, Porta Melissa poi Porta Bona, Porta Cappuccini, Porta Portello, Porta dell’Acqua. Oltre a Porta Giudecca possiamo trovare ben conservata anche Porta dell’acqua, restiamo però nei pressi della Giudecca, più interessante, con il suo arco a tutto sesto, retto da due pilastri in pietra che resistono al tempo. E’ situata sul versante orientale della collina su cui sorge il centro storico ed è stata chiamata così perché immetteva nel rione abitato dagli Ebrei, dove oggi sorge il quartiere di S. Martino con l’omonima Chiesa.

Rossano Calabro

Rossano Calabro: dintorni

Nelle vicinanze del centro ci sono delle tappe interessanti a cui dedicare del tempo, se si sta visitando Rossano. Per chi non ne ha abbastanza di chiese c’è l’Abbazia di Santa Maria del Patire, suggestiva perché immersa nel verde delle colline. Questo edificio conserva ancora splendidi pavimenti a mosaici arabi, è stato fondato sulle rovine di un oratorio dal monaco e sacerdote San Bartolomeo di Simeri verso il 1095.

Un’altra costruzione interessante è la Torre Stellata, detta anche Torre Sant’Angelo. Si tratta di un antico edificio militare fatto costruire dalla principessa Bona Sforza che al suo interno custodisce un esempio di Fondaco perfettamente conservato.

Rossano Calabro: Museo della liquirizia

Il Museo della Liquirizia di Rossano è il più famoso in Italia dedicato a questa delizia ed è di fatto l’unico in tutto il Paese in cui è possibile osservare gli attrezzi utilizzati nella lavorazione, nella commercializzazione e nell’estrazione della radice da cui si ricava la liquirizia. Non è finita, al suo interno ci sono anche abiti, oggetti e soprattutto curiosi manoscritti che raccontano la storia della famiglia Amarelli, impegnata da circa 4 secoli nella produzione della celebre liquirizia omonimo.

Il museo è aperto tutti i giorni, ci sono anche visite, gratuite, guidate ma vanno prenotate, la visita alla produzione è invece possibile solo nei giorni feriali. C’è anche uno shop annesso al Museo ed è un paradiso per i golosi. Qui vi si trova liquirizia in ogni sua forma: spezzata, a favette o rombetti, morette, senatori o assabesi, bianconeri, sassolini o sugar free. Ci sono anche bastoncini di radice grezzo, liquirizie pure o con menta e anice, gommose all’arancia e alla violetta, confetti, cioccolatini, gelati, grappa, liquore, birra e specialità gastronomiche.

Il museo, istituito dalla famiglia Amarelli stessa, che fa parte dell’ associazione “Les Hénokiens” formata da 40 aziende familiari bicentenarie di tutto il mondo, è stato insignito del “Premio Guggenheim Impresa & Cultura” e celebrato dalle Poste Italiane con un francobollo della serie tematica “Il patrimonio artistico e culturale italiano”, emesso in 3.500.000 di esemplari.

Eventi a Rossano Calabro

Come molti altri borghi calabresi, anche Rossano ha le sue sagre, quella delle delle clementine e de “Le 4 Fiumare”, nella stagione autunnale, e poi la Sagra della melanzana, dell’anguria, della “fresina conzata”, delle noci e della sardella, nell’estate. In agosto c’è anche il Peperoncino Jazz Festival, ospitato nel chiostro di Palazzo San Bernardino, nel cuore del centro storico. E’ una rassegna rassegna itinerante con svariate edizioni continuative alle spalle, vincitrice, nel 2011, del prestigioso Jazzit Award come “Miglior Festival Jazz d’Italia”.

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Pubblicato da Marta Abbà il 1 Gennaio 2019